E’ finalmente arrivato l’autunno, con i suoi colori decisi e le sue giornate grigie e umide. L’autunno è qui, nella vita rurale, ed apre le porte alla stagione del raccoglimento e della radice.
“Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magia” Carlo Levi
L’autunno appoggia il suo silenzio sull’immobilismo delle giornate umide. Le foglie sono una pioggia che cambia dall’oro al rosso, dal marrone al giallo. Un caleidoscopio di colori caldi, intensi, meravigliosi.
La terra bruna, arata da poco, esala le sue nebbie e respira.
Le albe sono incantate, sospese a metà tra il regno della nebbia e la luce forte e calante delle giornate.
Il contadino sa che è arrivato il tempo del riposo e della preparazione. E’ un tempo prezioso: gli alberi si concentrano tutti nella radice, dove rimangono per la stagione fredda.
Consolidare la radice significa recuperare stabilità, centratura, senso.
Amo camminare senza scarpe tra le foglie e l’erba: mettere i piedi a contatto con la terra è ritrovare le sue pungenti sensazioni profumate.
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E’ autunno: le giornate si accorciano, il lavoro nelle campagne no
Bisogna sistemare gli ultimi raccolti, raccogliere la frutta ed arare i campi. Le pannocchie di mais sono dorate: è ora di raccoglierle.
E’ anche il momento della raccolta delle barbabietole. Nel frutteto si fa la raccolta delle mele e delle pere.
Nell’orto la contadina taglia i cavoli, cava le carote e dissotterra le patate. Il contadino cura la terra, ara e semina.
La terra va rigirata e aerata per consentire una migliore circolazione tra i semi.
Dopo l’aratura il contadino attacca al trattore l‘erpice per preparare il terreno a ricevere i semi. L’aratro ha lasciato grosse zolle, l’erpice le rompe.
I semi versati nella seminatrice vengono interrati tutti alla stessa profondità