Risparmio energetico e elettrodomestici: quelle (nuove) etichette energetiche che aiutano a ridurre i consumi
Le etichette energetiche sono tra le nostre più affidabili alleate in fatto di risparmio energetico, perché ci aiutano a scegliere gli elettrodomestici con consapevolezza, potendo mettere a confronto, in modo semplice e immediato, consumi e prestazioni.
Le etichette energetiche sono ormai diventate delle vere e proprie pagelle green per gli elettrodomestici a cui, per buona fortuna dell’ambente e del nostro portafoglio, ci siamo tutti abituati. L’etichetta energetica è, infatti, riconosciuta dal 93% dei consumatori e il 79% ne tiene conto quando deve acquistare nuovi elettrodomestici (fonte: Eurobarometro, n. 492).
Ma, a partire da marzo 2021, le energy label di alcuni elettrodomestici hanno “cambiato volto”, anzi potremmo dire piuttosto che hanno subito un restyling in chiave vintage.
Belli, funzionali, dal design accattivante e sempre più smart; ma quanto ci costano gli elettrodomestici, quanto pesano, cioè, sulla bolletta energetica delle famiglie italiane?
E, soprattutto, è davvero possibile risparmiare acquistando i modelli più efficienti sul mercato?
Nuove classi energetiche degli elettrodomestici: cosa è cambiato?
Come anticipato, dal 1 marzo ci sono delle novità in fatto di energy label. Le etichette energetiche sono, infatti, tornate ad essere classificate come alle origini, quando nel 1995 furono introdotte dall’Unione Europea: dall’attuale classificazione (che andava da A+++ a G), la scala si ridimensiona da A (massima efficienza) a G (bassa efficienza).
Perché? Perché al momento la maggior parte degli elettrodomestici risultava nelle classi più elevate, lasciando poco spazio al confronto e all’innovazione. Inoltre la presenza di tutti quei + poteva generare confusione, lasciandoci erroneamente pensare, ad esempio, che un elettrodomestico in classe A+ fosse il più efficiente della sua categoria.
La nuova classificazione A – G sarà inizialmente applicate a cinque categorie di apparecchi domestici (lavastoviglie, lavatrici e lavasciuga, frigoriferi e congelatori, display elettronici) e dal primo settembre anche alle lampadine.
Per gli altri elettrodomestici la sostituzione sarà graduale (fino al 2023 e oltre) generando, è lecito pensare, qualche dubbio in chi acquista. Potrebbe accadere, ad esempio, per gli elettrodomestici di lavaggio: lavatrici e lava asciuga indossano già la nuova etichetta, mentre per le asciugatrici bisognerà attendere appunto due anni.
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Come leggere le etichette energetiche 2021
Spariscono quindi i +; la nuova classe A sarà inizialmente vuota e la nuova classe B con pochissimi prodotti al suo interno, così da lasciare spazio alla creazione di nuovi modelli sempre più efficienti (con periodici riscalaggi tra le classi).
Che significa? Che, dal primo marzo, un frigorifero che aveva un’etichetta A +++ potrebbe rientrare in classe C, anche se il frigorifero ha la stessa efficienza energetica di prima. Ma niente paura; i colori di riferimento associati alle classi restano gli stessi, da verde a rosso, facendo salva la nostra percezione.
Oltre alla scala di riferimento, le novità riguardano:
- informazioni sulle caratteristiche tecniche del prodotto, come volume e capacità di carico, e le prestazioni funzionali, come l’efficienza di centrifugazione o di asciugatura e il rumore emesso (in un una scala da A a D);
- la neutralità linguistica (che evita problemi di traduzione tra i cittadini di diversi stati membri), potenziando i pittogrammi che, invece, informano il consumatore a colpo d’occhio;
- il consumo di energia elettrica, espresso in kWh, generalmente annuo, che potrà anche essere correlato al consumo per ciclo;
- il codice QR che, con un’immediata scansione tramite smartphone, consente di accedere a molte altre informazioni sul prodotto in lingua nazionale, cioè a quelle presenti in un’apposita banca dati europea (EPREL.).
Come confrontare le etichette energetiche?
L’etichetta è, quindi, uniforme per tutti gli apparecchi della stessa categoria così da consentire a chi deve acquistare rapidi paragoni. Permette, quindi, a noi consumatori di mettere a confronto, a seconda del prodotto:
- consumo energetico (sempre presente);
- consumo d’acqua;
- capacità di carico;
- volume;
- prestazioni funzionali (ad esempio efficienza di centrifugazione o di asciugatura, rumore).
Le informazioni riportate sull’etichetta fanno riferimento a prove di laboratorio standard, così come previsto dalle normative europee in materia di efficienza e ecodesign.
Cosa è bene ricordare al momento dell’acquisto? Che il consumo energetico reale dell’apparecchio dipenderà dal luogo, dalle condizioni di installazione ma, soprattutto, dall’utilizzo che ne faremo nella vita quotidiana.
Quanto si risparmia con gli elettrodomestici in classe B?
La spesa energetica media di una famiglia italiana è di 1.635 euro l’anno, dato che aumenta del 30% per chi abita nelle regioni del nord. E’ il riscaldamento domestico la prima voce in bolletta per noi cittadini del Belpaese, ma anche gli elettrodomestici hanno il loro peso in questo calcolo.
Nel 2017, infatti, una famiglia di 4 persone ha consumato in media 2.700 KWh per illuminazione e elettrodomestici, cioè circa 521 euro in un anno. (fonti: I consumi energetici in ambito domestico, Enea e Università degli studi di Milani, dati GSE).
In termini economici, scegliere un frigorifero o una lavatrice in classe B (la classe A, abbiamo detto, resterà vuota all’inizio) può fare una bella differenza in termini di risparmio energetico (ed economico). Qualche esempio?
Un frigorifero da 300 litri in classe G consuma in media più di 303 KWh l’anno, con un costo per l’energia elettrica che consuma di oltre 58 euro; la classe B consente di abbattere i consumi di circa un terzo (da 124 a 101 kWh) e di ridurre la bolletta alla metà, spendendo in media tra 24 e 19 euro.
Stesso discorso per le lavatrici: scegliendo, quindi, un modello in classe B, potremo spendere per l’energia elettrica circa la metà di quanto necessario con un modello di classe G.
(Per approfondimenti, leggi la guida “L’etichetta energetica 2021”, redatta dall’Enea).